L'atmosfera delle feste non è più quella dei dolci canti alla "Tu scendi dalle stelle": il Natale può diventare una festa amara, come per i dipendenti della Servirail (l'ex Wagon Lits di Trenitalia) saliti sulla torre della stazione Centrale di Milano perché lasciati a casa a causa della soppressione dei treni notturni. Trenitalia sta infatti tagliando tratte, con gravi ripercussioni sull'occupazione e notevoli disagi (al limite del paradosso) per i viaggiatori.
“Invece di potenziare i treni per le festività, in particolare quelli a lunga percorrenza, i convogli vengono ridotti. Si prevede un taglio del 60% sulle vetture. Dal 13 dicembre viviamo nel caos, ogni sera è la stessa storia, un incubo. Io non ci dormo la notte a vedere come sono costretti a viaggiare i passeggeri. E questo metodo mi ha ferito veramente”, ammette un dipendente di Trenitalia.
E' questo il modo di fare servizio pubblico? Perché il governo non interviene? Il rilancio del trasporto pubblico, oltre a rendere un servizio ai cittadini, può garantire occupazione e crescita. E oltretutto, allungare gli anni di lavoro serve poco, se non c'è lavoro.