Il vertice UE che ha sancito l'accordo per una unione fiscale dall'Europa ha visto il no del premier inglese Cameron, che di fatto isola il Regno Unito, dato che l’esclusione sarà pagata attraverso un minore peso politico nelle decisioni dell’Europa.
C'è da dire che l'accordo genera diversi dubbi e non è detto che potrà essere la panacea per salvare l'euro. Però è un passo avanti notevole per avere nuove regole che vincoleranno i governi a mantenere bilanci più sani di quelli che hanno portato il continente sull'orlo del baratro: insomma, basta casi come la Grecia.
Cameron però aveva posto dei veti al controllo del nuovo regolamento sui servizi finanziari inglesi. E' stata una decisione giusta sganciarsi dall'Europa? Innanzitutto, ha pensato esclusivamente agli interessi del proprio Paese che non a quelli della UE, e già questo lo pone in una posizione negativa; poi, ha avuto timore della reazione dell'ala euroscettica (molto consistente) del proprio partito. E questo ha portato molte critiche sia da parte dell'opinione pubblica inglese che anche dagli alleati di governo.
Il futuro di Cameron quindi sembra legato a quello della UE: se l'Europa dell'euro dovesse rilanciarsi, come tutti ci auguriamo, e la Gran Bretagna restasse fuori dai giochi, il premier britannico pagherebbe caro il suo rifiuto. D'altra parte, non si capisce nemmeno quale ruolo potrebbero avere gli inglesi d'ora in avanti: diventare forse un nuovo "paradiso fiscale" (tipo Svizzera o Cayman) sarebbe davvero svilente per un Paese che da sempre è stato un traino e un esempio dell'economia mondiale.