Si chiamava Francesco Pinna (nella foto), uno studente lavoratore di vent'anni di Trieste. E' morto ieri, nel crollo di un'impalcatura all'interno del Palatrieste, dove si sarebbe dovuto svolgere il concerto di Jovanotti. Era lì, a lavorare per una delle tante cooperative a cui vengono subappaltati i lavori di allestimento dei concerti. La sua paga: 5 euro l'ora. Il mondo del lavoro sta subendo riforme per quanto riguarda l'allungamento dell'età pensionabile, ma il vero problema è l'entrata al lavoro, non l'uscita. I giovani non riescono a trovare spazio e sono inoltre sfruttati e sottopagati. E' lì che bisogna intervenire: facilitare l'ingresso del lavoro ai giovani, dare loro una giusta contribuzione, in modo tale che portino le loro energie fresche per ravvivare i diversi settori, che abbiano le risorse per farsi una famiglia e fare crescere natalità e consumi. E' assurdo pretendere che queste cose le possano fare gli anziani. E ancora più assurdo è negare il futuro ai nostri giovani. Perché c'è anche da chiedersi: se Francesco non fosse tragicamente morto, con le attuali leggi e l'attuale sistema, sarebbe riuscito a farsi una famiglia? Avrebbe visto comunque la pensione? Più che sulla flessibilità bisogna quindi intervenire sulla sicurezza del lavoro: intesa più che garanzia del posto fisso, anche come garanzia di rispetto e salvaguardia per la salute e la vita di chi lavora.