«Cosa direte ai vostri sindaci? Mi aspetto che si alzi almeno una voce libera dai banchi della maggioranza». Così la vicepresidente del PD Marina Sereni si è rivolta ai parlamentari della Lega Nord prima del voto di fiducia posto oggi alla Camera per il decreto Ronchi sulla privatizzazione dell'acqua.
«Siamo in una coalizione», sospira il genero dell'europarlamentare Francesco Speroni, vicecapogruppo della Lega alla Camera.
E così la gestione dell'acqua passa ai privati, grazie ad un governo più preoccupato di assecondare gli interessi dei gruppi industriali privati che di regolamentare un settore vitale per la società con la costituzione di una Autorità e che consentirà alle grandi multinazionali - in questo settore francesi soprattutto - di speculare sul bene naturale più importante che abbiamo, dopo l'aria (a quando la privatizzazione anche su questo elemento?).
Le associazioni dei consumatori sono infatti tutte d'accordo: pochi grandi gruppi faranno affari d'oro a discapito dei cittadini, che subiranno l'aumento delle tariffe dell'acqua (si stima, ottimisticamente, tra il 30 ed il 40%).
La Lega si era sempre detta contraria, ma ha dovuto obbedire al dicktat del suo Capo: la sopravvivenza del governo viene prima del benessere dei cittadini (chi se ne frega!).
Sarebbe il colmo se Bossi, quando riempirà l'ampolla nella consueta cerimonia alle sorgenti del Po sul Monviso, fosse costretto a pagare l'acqua...
Noi intanto oggi siamo fieri che i nostri parlamentari si siano opposti a questo abuso: la gente se ne ricorderà (soprattutto quando arriveranno le bollette).
Quanto ai leghisti: padroni a casa nostra o schiavi di Silvio? (che Iddio li creò!)