La finanziaria appena approvata in Senato va nella stessa direzione in cui sta andando il Paese: indietro a tutta forza.
100 milioni di euro al settore della sicurezza, ma dopo averne tagliati 900 nella Finanziaria dell'anno scorso; una stangata agli agricoltori, che utilizzano il biodiesel, con agevolazioni ridimensionate per un aggravio per il settore di 88,7 milioni. Salta il taglio dell'acconto dell'IRAP, mentre lo sconto del 20% approvato sull'acconto IRPEF di novembre, non è altro che un puro e semplice rinvio: si paga un po' meno adesso e si salda (con gli interessi) a maggio 2010. E oltretutto non servirà certo a incrementare i consumi (si calcolano 30-40 euro di "mancetta natalizia" in media a famiglia: giusto un panettone e una bottiglia di spumante).
Saltano anche la banca del Sud e il credito d'imposta per le aziende che avrebbero assunto e aiutato la ricerca. Stessa sorte anche per la "cedolare secca" del 20% ai proprietari di case, senza più il cumulo con altri redditi, e la deduzione delle imposte agli affittuari: tutto resta come prima, con il locatario che continuerà a tentare di cedere la sua casa in "nero" per non pagare le tasse e l'affittuario che dovrà decidere se fare le cose in regola, oppure sottostare alle regole del locatario.
Una finanziaria in cui a tanti annunci non sono poi seguiti (come sempre) i fatti, e che ben rappresenta l'azione di questo governo: "vorrei ma non posso", o meglio ancora "non sono in grado di fare ciò che serve davvero al Paese, ma solo quello che serve a me"; perché, ad esempio, è stata fatta una norma per salvare i contributi alle testate giornalistiche che hanno cambiato denominazione sociale: una norma ad hoc (tanto per cambiare) per il "Secolo d'Italia", che prima era organo di partito di AN ed ora, con la costituzione del Pdl, è un giornale vicino a Gianfranco Fini.
Per l'emergenza lavoro, invece niente, nemmeno di fronte alle legittime proteste nella manifestazione di oggi organizzata dalla CGIL (nella foto), ed a cui ha partecipato il vice-segretario del PD Enrico Letta.