giovedì 5 novembre 2009

FEDE E CROCIFISSI

Riceviamo e pubblichiamo:
"Ma la Fede in Gesù Cristo è racchiusa in un crocefisso?
La mia no. La trovo negli occhi dei miei fratelli, nei loro bisogni, nelle loro difficoltà.
È molto facile congelarla su un muro o dentro una chiesa, così poi si può fare, al di fuori di quel locale o di quel tempio, tutto quel che si vuole.
Mi riferisco al fatto che l’egoismo, l’ingordigia, il consumismo, la bramosia, l’odio, l’intolleranza, l’individualismo, il cinismo, la perversione sono la vera essenza della nostra società che si dice “cristiana”.
Chi è veramente cristiano non può sentirsi a suo agio in un mondo così.
È più facile allora guardare quel simbolo sul muro, magari dire una preghierina, girarsi e continuare a fare le porcherie e le vigliaccate che si fanno ogni giorno, incuranti del prossimo.
Un esempio?
Nessuno si è lamentato che le nostre “radiss” cristiane venissero “violentate” dall’apertura dei centri commerciali domenica 1° novembre, giorno di Ognisanti, (e come sarà l’8 di dicembre, festa dell’immacolata) perchè “fa comodo” e “gira l’economia”.
Come hanno potuto quei sindaci “cristiani” dare il permesso all’apertura.
A me che i negozi fossero aperti ha dato molto fastidio (come il fatto che lo fossero anche il XXV aprile)
Avere dei valori vuole dire soprattutto essere pronti, per essi, a compiere sacrifici e a subire privazioni. Se no sono solo bandierine da sventolare quando fa comodo.
Essere Cristiani vuole dire prima di tutto “ amare il tuo prossimo come te stesso”. I crocefissi, le chiese, il clero vengono dopo, molto dopo.
Il crocefisso deve essere solo un “promemoria” per ricordarci di guardare negli occhi dei nostri fratelli.
In troppe occasioni è invece stato usato per fare le guerre.
A partire dal III secolo, quando l’imperatore Costantino se ne impossessò per metterlo sugli scudi dei suoi soldati, attreverso le crociate, la guerra civile tra cattolici protestanti in Irlanda del nord, la guerra in Jugoslavia tra cattolici, ortodossi e musulmani, fino alle guerre sante dei presidenti Bush, il crocefisso è stato “usato”, anzi “abusato” come simbolo dell’odio.
Ateismo vuol dire negare Dio.
Laicità è un’altra cosa.
Laicità è somma di valori, non sottrazione e negazione.
Laicità è libertà. Libertà di credere o no.
La Fede vera, ricercata, meditata, elaborata, libera, trova il suo terreno, ideale per mettere radici, nella laicità.
La fede falsa, quella imposta, indottrinata, mai critica, di circostanza, avversa la laicità e la libertà.
Lo stato e la scuola laici non devono imporre il crocifisso, ma la libertà di poterlo esporre o no, accettando esso e anche i simboli delle altre religioni.
L’ora di religione facoltativa dovrebbe essere l’ora delle religioni, di tutte quelle presenti nella nostra società, che devono essere spiegate a tutti con lucida laicità.
Quanti ragazzi (e adulti) sanno che il Dio dei cattolici, degli ortodossi, dei protestanti, degli ebrei, dei musulmani, è lo stesso, quello di Abramo e Isacco?
Quanti sanno che Budda predicava l’amore per il prossimo come Gesù e il rispetto per la natura come S. Francesco?
Se lo sapessero forse inizierebbero a considerarsi tutti fratelli.
Concludo riassumendo quanto detto con questo concetto:
Gesù di Nazaret, prima di essere sui muri, deve essere nei nostri cuori."