La pausa natalizia non ha fermato il neosegretario del PD, che si è attivato per preparare l'agenda 2014. In particolare su tagli ai costi della politica, legge elettorale e lavoro. Su quest'ultimo tema si sono accese ampie discussioni, pur non essendo ancora delineato il piano che Renzi presenterà. Si fa cenno all'introduzione di un contratto unico nazionale (tema caro al responsabile economico della segreteria Filippo Taddei) così come ad una revisione dell'articolo 18. Argomenti che hanno generato interesse e disapprovazioni, quanto meno precoci visto che ancora non vi è nulla di concreto. Di certo va registrato che sulle ipotesi ventilate ad oggi c'è l'approvazione degli industriali e una timida ma significativa apertura della Fiom, mentre invece le perplessità maggiori sembrano provenire dall'interno del Partito. Renzi dovrà comunque tenere conto nel suo job act di misure che agiscano in favore della crescita, perché la flessibilità può essere messa in pratica solo con un mondo del lavoro che offre un'elevata occupazione. E questa si ha solo se le aziende hanno commesse.