La prima relazione di Matteo Renzi come Segretario Nazionale del PD:
- Restare ribelli, a iniziare con se stessi: occorre provare a cambiare nel proprio piccolo la propria quotidianità ed essere capaci di provare a cambiare l'Italia
- Il primo punto è il lavoro. È finita l'era ideologica della discussione sul lavoro. Non si può discutere per 10 anni sull'articolo 18, mentre si dimezza l'attrattività degli investimenti esteri. Noi dobbiamo dire che tutti coloro che perdono il posto di lavoro, hanno diritto a un sussidio universale. O il PD torna ad essere il partito del lavoro, o perdiamo la nostra identità
- Riforme istituzioni e della legge elettorale devono essere realizzate al più presto
- I valori, i diritti sono fondamentali: sì alle unioni civili e allo ius soli, abolizione della Bossi-Fini
- L'Europa non è il nostro salvatore ma è l'unica occasione per tornare a crescere. Ma l'Europa senza di noi non va da nessuna parte
- Sulle proteste di questi giorni: Ai parlamentari non si deve dire "tutti a casa" ma "tutti a lavorare”. Non ci serve lo sfascismo oltre al fascismo
- Sfida a Grillo: caro Beppe hai 160 parlamentari decisivi per fare le riforme. Io sono disponibile a rinunciare ai 40 milioni del prossimo anno se tu ti impegni per superare il Senato, abolire le Province e sulla legge elettorale.
Ora dopo i discorsi, inizino i fatti, perché come ha detto anche Renzi "questa è l'ultima occasione: occorre fare la pace con gli italiani, la pace fra i politici e gli italiani". E la fiducia degli italiani cala sempre ogni giorno di più. Se vogliamo intraprendere la strada del cambiamento, dobbiamo iniziare stimolando il governo Letta, a cui il PD e Renzi hanno concesso 15 mesi: un accordo che deve essere rispettato, però, se dall'esecutivo arriveranno le riforme richieste.