"Lavoratori autonomi, commercianti e artigiani che prenderanno circa il 10% del loro reddito in termini pensionistici; i precari invece non arriveranno molto probabilmente al 30/35% del loro ultimo reddito; si salveranno un po’ i lavoratori pubblici, ma anche loro vedranno dimezzati i loro redditi e in parte i dipendenti privati".
Questo è quanto affermano i giornalisti Walter Passerini e Ignazio Marino nel loro libro "Senza pensioni", in cui fanno uno studio di previsione sulle previdenza sociale del futuro: pensioni da fame per i nostri giovani, che dovranno affrontare un futuro da poveri. Come se il presente fosse migliore. E il paradosso è che in questo momento a tenere in piedi le casse dell'Inps sono proprio i giovani precari (insieme agli immigrati, veri benefattori del nostro sistema pensionistico), che sono tenuti ai margini del mercato del lavoro mentre si continua a tenere a lavorare le persone anziane. Con un domani così sibillino, ai giovani non resta davvero altro che l'arte di arrangiarsi.