Conferenza stampa oggi alle 18.00 di Pierluigi Bersani, in contemporanea con la riunione straordinaria del Consiglio dei ministri a palazzo Chigi.
Il Segretario del PD, oltre a chiedere al governo di andarsene dopo "tre anni di politiche dissennate, inique e inconcludenti che hanno portato l'Italia dove non sarebbe dovuta stare: nella situazione più esposta, con il Paese che è considerato un pericolo per l'euro e con gli italiani che devono riconquistare il rispetto loro dovuto", ha presentato le proposte del PD per combattere la crisi e rispondere positivamente all'Europa.
La proposta del PD si riassume in 6 misure urgenti che prevedono:
- Una riforma fiscale che carichi su rendite e evasione per ridurre il peso del fisco su produzione e lavoro, anche anticipando misure immediate contro l'evasione fiscale e di imposizione ordinaria sui grandi patrimoni immobiliari, secondo le proposte che il PD ha presentato concretamente in Parlamento in occasione della manovra di agosto, e di alleggerimento del costo del lavoro per sostenere anche attraverso questa via la crescita. Un programma di liberalizzazioni effettive, secondo i provvedimenti che il PD ha più volte presentato in dettaglio in proposte ed emendamenti parlamentari.
- Una ripresa degli interventi di politica industriale ed energetica, con particolare riferimento al Mezzogiorno, riprendendo l'ispirazione di Industria 2015 che il governo ha boicottato.
- Una deroga selettiva al patto di stabilità interno per consentire ai comuni che ne hanno la possibilità di avviare immediati investimenti e di procedere ai pagamenti verso le piccole imprese. Questa misura può essere agevolmente finanziata con un contributo straordinario a carico degli scudati.
- Misure sul welfare che, a fronte di interventi di riduzione della precarietà dei giovani, correggano in modo flessibile il meccanismo di uscita dal lavoro con incentivi.
- Un piano di dismissione e valorizzazione degli immobili demaniali, secondo il progetto presentato dal PD.
- Un programma di interventi per ristrutturare l'assetto istituzionale centrale e locale, a cominciare dal dimezzamento del numero dei parlamentari, dallo snellimento degli organi di rappresentanza e di governo di Regioni, Province e Comuni, dall'accorpamento degli uffici periferici dello Stato, dall'eliminazione degli organi societari per le società in house dei comuni (oltre 50 mila incarichi) e così via.
Un piano di rilancio degno di una forza di governo: ma un governo vero, non quello "burletta" di Berlusconi (o per meglio dire, Burlesconi), che ci fa deridere dall'Europa. Con un governo così niente basterà mai. E gli italiani meritano senz'altro di più.