giovedì 27 ottobre 2011

Lettera di stenti

Ecco il testo della famosa lettera presentata alla UE da Berlusconi. Una lettera accettata con riserva, e chi si aspettava soluzioni e idee innovative è rimasto deluso. Noi no, perché la pochezza di Silvio e del suo governo la conosciamo bene.
In ogni caso, indipendentemente dalla qualità delle proposte, ciò che salta subito all'occhio (e che ci si domanda) è come questo governo riesca a fare in pochi mesi tutte le riforme e i provvedimenti enunciati nella missiva, quando per più di 3 anni NON HA COMBINATO NULLA.
Veniamo ora ai contenuti:
- sulle pensioni si sono aperte lunghe ed aspre discussioni riguardanti l'innalzamento dell'età, decidendo alla fine di portarla a 67 anni, arrivando per gradi, dal 2026. Nessuno ha pensato ad una riforma previdenziale che portasse a un regime contributivo: perché il nostro sistema pensionistico così come è fatto non offre nessuna garanzia ai giovani, e va rivisto
- licenziamenti facili per "favorire l'occupazione": il ragionamento contorto del flaccido Sacconi, ministro del Welfare, che almeno un merito ce l'ha, visto che ha fatto ricompattare i sindacati. La flessibilità nel lavoro in questo periodo di crisi ci può anche stare, come accade in altri stati europei, ma occorrono anche dei forti ammortizzatori sociali: in questo momento l'Italia ha le risorse per questo?
- sul debito pubblico nessun cenno a come combattere gli sprechi, ma l'ipotesi di istituire una commissione: insomma, creare un altro carrozzone che costerà altri soldi per risparmiarne magari meno. Eppure non è che ci vogliano dei grandi geni per capire dove dobbiamo tagliare
- apertura dei giovani alla politica: sentirla invocare da una persona di 75 anni che è sul campo da 20 anni e non ha ancora nessuna intenzione di mollare, lascia tutto il tempo che trova. Inutile ogni commento
- Pubblica amministrazione: per il governo riorganizzarla e renderla efficiente, trasparente, flessibile e meno costosa vuol dire licenziare o mettere in cassa integrazione i dipendenti pubblici, ridurre risorse, stipendi e benefici. Farla diventare perciò ancora meno efficiente
- defiscalizzazione alle imprese: va benissimo, ma come e a chi? E soprattutto, quali sono le idee per rilanciare le imprese? Una potrebbe essere quella di dotare l'Italia della banda larga, visto che uno dei settori che potrebbe portare crescita è quello della Information Technology. Ma nella lettera, non se ne fa cenno, e nei progetti del governo ormai si è capito che spazio non ne ha.
Altre proposte (la riforma dell'architettura costituzionale dello Stato, le dismissioni del patrimonio pubblico) invece contemplano tempi lunghi, e quindi non portano soluzioni a breve.
Alcune di queste potrebbero essere la tassazione dei grandi patrimoni o la reintroduzione dell'Ici: misure provvisorie, ma necessarie in uno stato d'emergenza per reperire subito risorse.
Invece ci troviamo di fronte ad un vero libro dei sogni o ad una raccolta di barzellette (fate voi), dove viene venduta roba taroccata, pensando che la realtà si possa ritoccare come si fa con il photoshop. Ormai siamo in piena caduta.