In Lombardia non c’è più spazio per centrali idroelettriche, quelle a biogas stanno stravolgendo il mercato dell’agricoltura e anche i pannelli solari fanno fatica a trovare terreni per una loro collocazione. Un vero e proprio paradosso: le energie rinnovabili, denominate "green", spinte dalla generosa erogazione di incentivi statali senza pari in Europa, hanno determinato uno sfruttamento intensivo dei terreni agricoli, che di fatto sta mettendo in crisi la sostenibilità, con un pericoloso impatto sull’ambiente.
Infatti, molti dei contadini che fino a pochi anni fa si dedicavano ad allevare suini, a seminare mais e foraggio, trovano oggi più redditizio trasformarsi in produttori di energia, con un danno enorme alla filiera agroalimentare.
Per fare un paio di esempi, con il boom dei pannelli solari, l’affitto dei terreni è balzato da 600 euro a 2mila euro per ettaro, mentre il 25% dei suoli destinati al mais oggi serve solo ad alimentare le centrali a biogas.
A denunciare il fatto, un fronte molto composito, che va dalle organizzazioni degli agricoltori fino ad associazioni green come Slowfood per arrivare in campo politico alla Lega Nord.
C'è da dire che noi italiani non abbiamo proprio il senso della misura, e riusciamo a trasformare in negativo anche risorse utili e innovative.