Gli effetti dell'aumento dell'imposta di bollo sui conti titoli ricadranno pesantemente sui piccoli risparmiatori. Soprattutto se il capitale investito non supera i 10mila euro: infatti, oggi questa cifra in Bot rende 152,5 euro netti l'anno (il rendimento lordo è al 2,14%), ma dopo il decreto scenderà a 66,7 euro (con una perdita del 56,3%). E nel 2013 calerà addirittura a 36,7 euro (-76%).
Il paradosso è che più si sale, meno è forte l'incidenza dell'imposta, con un'evidente sperequazione tra chi può
investire tanto e chi no. Per non parlare poi delle rendite fiscali, la cui tassazione resta ancora un'incognita: non si esclude di portare l'aliquota dal 12,5 al 20% nel prossimo triennio, ma nei documenti della finanziaria non c'è certezza di questo. E pensare che quando il PD ha proposto più volte di tassare le rendite finanziarie, il governo lo aveva accusato di volere colpire anche i piccoli risparmiatori che investivano nei titoli di Stato. E adesso assistiamo proprio all'esatto opposto di quanto predicavano, con l'aggravante che questa mossa può trasformarsi in un'arma a doppio taglio: se non c'è più la convenienza, i risparmiatori non acquisteranno i titoli di Stato, che sono lo strumento principale per finanziare il debito pubblico.