Alla conferenza stampa sull'avvio dell'anno scolastico, il ministro Gelmini ha dato i numeri. Ha parlato di tempo pieno alla scuola elementare, che secondo i suoi conteggi dovrebbe essere aumentato rispetto all'anno scorso; e così anche per i posti di sostegno: "Nessun disabile rimarrà senza sostegno, ma non ci devono essere sprechi". Molta attenzione anche per precari e tagli operati dal governo: per Mariastella il taglio "vero" sui precari sarebbe di appena 12 mila cattedre (10 mila l'anno scorso e 2 mila quest'anno). Poi però afferma che "Duecento mila precari sono il frutto di decenni di politica in cui si sono distribuiti posti che la scuola non era in grado di assorbire", anche se "Il governo starebbe facendo tanto per i precari: un decreto salva-precari che dà la priorità nell'attribuzione delle supplenze a color che hanno perso la cattedra e una serie di accordi regionali che, sfruttando fondi Ue, impegnano a scuola una fetta dei precari tagliati". Insomma, una dichiarazione che smentisce l'altra, come tra l'altro conferma Francesca Puglisi, responsabile Scuola per la segreteria del PD: "L'anno scolastico parte con 50 mila classi senza insegnanti, mille e 600 senza presidi, 8 miliardi di euro in meno in tre anni e 170 mila docenti e dipendenti della scuola pubblica lasciati per strada dopo anni di lavoro. Il resto, purtroppo, sono solo chiacchiere e numeri che non hanno alcun riscontro nella realtà."
Per non parlare poi delle classi strapiene, fino a 40 alunni: portate a 20, si garantirebbe una migliore istruzione con alunni maggiormente seguiti e si troverebbe occupazione a parte di quei 200.000 precari che il ministro non sa come "assorbire".
E Pierluigi Bersani rincara la dose: "C'è gente precaria nella scuola, che dopo dieci, dodici anni viene mandata a casa. Neanche i padroni delle ferriere fanno quello che stanno facendo Gelmini e Tremonti".
Ed a sentire certe testimonianze, c'è di che dargli ragione.