I libici dovrebbero essere nostri alleati, almeno secondo i trattati stipulati (a caro prezzo!). Invece le loro navi (che sono poi le motovedette che gli abbiamo consegnato noi per facilitargli il compito di pattugliamento) sparano contro i nostri pescherecci. E sparano per uccidere. Oltretutto, la cosa è ancora più grave quando si scopre che su quelle motovedette sono a bordo militari italiani che forniscono assistenza tecnica!
Per il ministro Maroni si è trattato «di un incidente grave, ma pur sempre un incidente: studieremo le misure perché non accada più. E la Libia si è scusata. Immagino che abbiano scambiato il peschereccio per una nave con clandestini».
Caro ministro, le sue parole sono come proiettili, e ci lasciano davvero allibiti: si è trattato di qualcosa di più di un incidente e le scuse non bastano. Qui occorre rivedere tutto il trattato. Perché non solo non deve accadere più che sparino alle nostre barche, ma anche a quelle che trasportano profughi.
Update: si fa viva la CEI, con il duro monito del vescovo di Mazara. A questo punto speriamo che anche la UE intervenga, come accaduto con la Francia, per fermare quest'altra vergogna.