In Canton Ticino qualcuno ha lanciato una campagna contro i lavoratori stranieri, tra cui i nostri frontalieri. L'accusa è principalmente di portare via il lavoro ai residenti. Una storia che si sente anche qua.
Al di là che le rivendicazioni lanciate siano o meno corrette, ciò che lascia sconcertati è il messaggio utilizzato: i lavoratori stranieri vengono infatti rappresentati come dei ratti. Ed ancor più sconcertante è la spiegazione di questa scelta da parte di chi cura la comunicazione della campagna, tale Michel Ferrise, direttore della Ferrise Comunicazione di Muralto: “Un gruppo ci ha chiesto di trovare un’idea originale che portasse i ticinesi ad aprire gli occhi su determinate questioni. Perché i ratti? Il ratto è qualcosa di spregevole. C’è il concetto di ‘derattizzazione’ dietro tutto ciò”.
Ecco: forse il "brillante consulente di comunicazione" non è al corrente che l'idea di rappresentare una minoranza come dei ratti non è tanto originale, perché è già stata sfruttata in passato da qualcun altro: "Lo stesso Hitler, nei passi più deliranti del suo 'Mein Kampf', chiamava gli Ebrei con sommo disprezzo 'ratti' e dichiarava che il popolo tedesco era 'il nemico naturale di questa orrenda infestazione'”.
Se invece ne fosse a conoscenza, sarebbe ancora più grave. E non certo perché potrebbe essere accusato di plagio.