Oltre che da Roma, i tagli ai comuni arrivano anche dalla Svizzera. Stiamo parlando della decisione presa dal governo ticinese, che congela il 50% del ristorno all’Italia della quota concordata sulle imposte dei frontalieri. Somme che erano destinate ai nostri comuni di frontiera, e il cui mancato introito avrà pesanti ripercussioni sulle loro casse.
Il blocco dei ristorni è frutto di un accordo tra i due ministri leghisti (in carica grazie alla vittoria delle ultime elezioni) e l’esponente del PPD: in pratica, una ritorsione contro lo scudo fiscale voluto da Tremonti che impone alla Svizzera la rinuncia del segreto bancario. La situazione, fortunatamente, potrebbe risolversi nel giro di qualche giorno, visto che il governo centrale da Berna ha preso le distanze da quella che sembra essere una violazione illegittima di accordi vincolati, mentre il nostro governo e la giunta regionale hanno iniziato ad attivarsi. Soprattutto grazie al pressing del PD: a Roma con un intervento del deputato varesino Daniele Marantelli e in Lombardia con il Gruppo Regionale, che ha presentato una interrogazione alla giunta Formigoni.