In Svizzera, pure se di poco, vince il sì al referendum contro l'immigrazione di massa nel Paese. Una iniziativa promossa dal partito di destra Udc (appoggiato in Ticino dalla Lega dei Ticinesi), che ha condotto una campagna dai toni più che irrispettosi nei confronti dei frontalieri italiani (come ha perfino rimarcato Roberto Maroni). Questo voto obbligherà il governo elvetico a prevedere, entro tre anni, dei contingenti ai permessi di dimora e limitare l'ingresso in Svizzera, con sicure implicazioni nelle relazioni tra la Svizzera e la UE per quanto riguarda la libera circolazione, e in particolare proprio con il nostro territorio, che vede molti lavoratori oltreconfine che potrebbero subire gravi ripercussioni.
Posto che ogni nazione ha il diritto ma anche il dovere di regolamentare l'immigrazione sul proprio territorio, è comunque abbastanza paradossale che il popolo svizzero si sia pronunciato contro i lavoratori stranieri in un momento in cui le loro autorità stanno attuando una politica per attirare invece le imprese estere (in particolare quelle italiane), o addirittura offrendo le residenze per usufruire di carichi fiscali più competitivi, e che comunque, la Svizzera deve buona parte della propria solidità economica al sistema bancario, che accoglie indiscriminatamente dall'estero miliardi e miliardi di fondi, spesso di dubbia provenienza, frutto di evasioni fiscali o, peggio ancora, dei più loschi traffici criminali.
P.S.: i lavoratori frontalieri sono abbastanza (e giustamente) preoccupati. Salvini invece è tranquillo. Beh, se è vero, come qualcuno sostiene, che non ha mai lavorato... Ma forse è più esatto dire che vive fuori dalla realtà.