Viene definito "il nemico numero uno della UE", ma soprattutto della politica di austerity: Alexis Tsipras in Grecia è riuscito a riunire le forze radicali di sinistra in unico soggetto (diventato il primo partito del Paese, all'opposizione però del governo di larghe intese), ora cercherà di fare lo stesso in Europa in vista delle elezioni di maggio, e per questo ha dato il via a un tour per lanciare una propria lista. La sua soluzione per la crisi è uscire dal "modello del capitalismo neoliberista, che gli attuali vertici UE e i mercati finanziari hanno imposto scatenando un attacco senza precedenti al mondo del lavoro" e organizzare "una conferenza europea per il debito, sul modello di quella del '53 che cancellò gran parte del debito della Germania postbellica, dandole la spinta necessaria per il miracolo economico. La Bce dovrebbe funzionare come una vera banca centrale, simile a quella americana, che presti agli Stati e non solo alle banche. Poi legiferare affinché si separino attività commerciali e quelle di investimento delle banche. È urgente varare un New Deal europeo, un piano di investimenti pubblici per lo sviluppo". E che la sfida all'austerity parta proprio da un greco non è un caso.
(E non è nemmeno un caso che proprio in Grecia accadano fatti simili, che nemmeno in Italia. Forse)