Matteo Renzi presenta la sua squadra di governo. Tante novità, ma anche alcune riconferme (i 3 ministri Ncd del precedente governo Letta, compreso Alfano all'Interno, ma non più vice-premier). Un governo giovane (il più giovane della storia della Repubblica) e composto a metà da donne, sono le peculiarità di rilievo, fatte a immagine della filosofia "renziana".
Nel dettaglio, al ministero nevralgico dell'Economia vedremo se Padoan riuscirà a intraprendere una linea diversa da chi finora l'ha preceduto, seguendo il suo credo: meno tasse sul lavoro e più sul patrimonio; lascia perplessi Orlando alla Giustizia, dove invece sembrava destinato Gratteri (il magistrato anti 'ndrangheta), non tanto per la scelta della persona, quanto perché sembra più il frutto di un accomodamento per riequilibrare le forze di maggioranza, visto che nel ministero che avrebbe occupato Orlando (quello dell'Ambiente) è finito Gianluca Galletti (Udc); da verificare poi se le "debuttanti" Maria Elena Boschi (Riforme e Rapporti con Parlamento), Marianna Madia (Semplificazione e PA) e Maria Carmela Lanzetta (la sindaca anti 'ndrangheta) incaricata agli Affari Regionali, riusciranno a reggere l'impatto; e infine, vedremo Maurizio Martina, l'ex Segretario del PD Lombardo, a capo del ministero delle Politiche Agricole. Spiace poi per la non-riconferma di Emma Bonino agli Esteri (dove invece siederà Federica Mogherini).
Renzi sa, e lo afferma, di giocarsi tutto, faccia compresa. Ma anche l'Italia si gioca molto del suo futuro e della sua democrazia. E speriamo perciò che sia davvero la volta buona. Vedremo intanto se e come il nuovo governo riuscirà a superare il primo difficile scoglio: la fiducia al Senato, che non sembra affatto scontata.