Nonostante il parere contrario del Consiglio di Presidenza, che con 10 voti contrari e 8 a favore aveva detto di no. (tra i voti contrari, Forza Italia, Lega, Ncd e Scelta Civica, favorevoli PD. M5S e Sel), il Senato si costituirà parte civile nel processo intentato a Berlusconi per la cosiddetta “compravendita dei senatori” su decisione del Presidente Pietro Grasso. «Ne va della dignità delle Istituzioni», ha dichiarato il Presidente del Senato. Grandi applausi dall'opinione pubblica per una scelta di alta integrità morale ma anche sorpresa per chi presagiva inciuci, perché questa decisione mette gli interessi delle istituzioni prima di quelli del partito. Per noi però non è affatto una sorpresa: sappiamo e lo diciamo da tempo che gli interessi del PD corrispondono da sempre a quelli del Paese. L'eccezione è semmai quando, purtroppo, alcune volte è accaduto il contrario.
E proprio partendo da questi presupposti va vista la riforma del Senato che sarà presentata oggi in Direzione Nazionale da Matteo Renzi: una Camera delle autonomie, non elettiva, senza indennità, con 150 componenti (108 sindaci dei comuni capoluogo, 21 presidenti di regione e 21 esponenti della società civile) temporaneamente cooptati dal Presidente della Repubblica per un mandato. Una proposta che servirà a snellire l'iter burocratico parlamentare, a tagliare i costi della politica e a rappresentare maggiormente cittadini e territorio.