mercoledì 5 febbraio 2014

Il processo alle intenzioni

Sono tutti allarmati, e quasi rassegnati: secondo il sondaggio Ipsos sulle intenzioni di voto, se si andasse a votare oggi con ciò che sappiamo dell'Italicum, prevedendo l'ipotesi di un'alleanza tra Casini e Berlusconi, il centrodestra raggiungerebbe il 37,9%, affermandosi al primo turno e conquistando dunque il premio di maggioranza, con il centrosinistra al 36%. Il vero ago della bilancia sarebbe quindi l'Udc, e con il limite della soglia solo al 37%, secondo molti, Renzi rischia di regalare la vittoria a Berlusconi.
Noi però siamo d'accordo con Matteo Renzi: innanzitutto non si fa una legge elettorale su misura per vincere, ma per il bene del Paese e la sua governabilità, e comunque la vittoria non dipende dal sistema di voto ma dalla qualità delle proposte e delle leadership. D'altra parte la campagna elettorale, con la scelta di un leader e la stesura di un programma che viene presentato agli italiani, serve proprio a questo: a convincere gli elettori a votarci, puntando sui nostri valori e sul cambiamento. Come sottolinea Renzi: "Se siamo credibili, prendiamo un voto più degli altri. Certo, se per farci paura basta uno starnuto di Casini, allora "Houston abbiamo un problema". Siamo il Pd, noi. Dobbiamo dire qual è la nostra idea di società. Non basta più essere contro Berlusconi. Dobbiamo salvare l'Italia e cambiarla a 360 gradi. E allora discutiamo se si fanno investimenti per la scuola e per la pubblica amministrazione. Parliamo della società, dei meriti e dell'uguaglianza".
Tenuto conto oltretutto che i sondaggi lasciano anche il tempo che trovano, appare inutile emettere già ora verdetti: pensiamo piuttosto ad esprimere una buona politica, con proposte serie e concrete, e i risultati arriveranno senz'altro. Per il Partito e per il Paese.