Il caso dell'inappropriata telefonata che vede coinvolta la ministra della Giustizia Anna Maria Cancellieri (nella foto), fa capire come in Italia conflitti di interesse e privilegi siano all'ordine del giorno: quindi, se sei tra i potenti o hai il numero di telefono giusto puoi vedere riconosciuti diritti e soddisfatte anche pretese. L'atto della Cancellieri può essere stato di pura solidarietà o un gesto di umanità legata a sincera preoccupazione (anche se il tono dei commenti rilasciati nelle telefonate intercettate lasciano qualche perplessità), ma i doveri di chi si professa un servitore dello Stato vengono prima di ogni parentela, amicizia e qualsiasi altro tipo di legame. Così non è stato, e le dimissioni personali del ministro parrebbero scontate. E se aggiungiamo questa vicenda a quelle di Josefa Idem e di Angelino Alfano (caso Shalabayeva), ci rendiamo conto che il governo delle larghe intese, oltre ad essere stato per ora fallimentare sui provvedimenti in materia di ordine economico-sociale e delle riforme (di cui ancora non si vede traccia), ha mostrato, nei comportamenti di alcuni suoi rappresentanti, parecchie lacune anche sul piano della correttezza e sul rispetto dell'etica e delle norme. E su questo non può esserci alcun tipo di intesa.
P.S.: intanto il giornalista de "La Prealpina" Federico Bianchessi, rende noto un episodio che fa capire come tra la Cancellieri e la famiglia Ligresti i rapporti siano proprio di vecchia data. Anche quello di allora un caso "umanitario"?