sabato 9 novembre 2013

C'è una ricetta per la sicurezza?

A Vedano c'è allarme per la sicurezza: furti, vandalismi, addirittura sparatorie notturne. Su questo tema l'attuale amministrazione ci aveva costruito la passata campagna elettorale. Ed ora rischia di vederselo tornare contro come un boomerang, perché quanto promesso non è certo stato mantenuto. Affrontare però un problema del genere non è certo semplice, anche perché ci sono aspetti che vanno ben al di sopra delle competenze e degli ambiti comunali, tenuto anche conto dell'attuale momento economico.
Per questo riteniamo ingenuo, quanto ipocrita, lanciare slogan che poi si rivelano fasulli. Il nodo della sicurezza va invece gestito con cautela e serietà. Ricette perfette non ce ne sono, e nemmeno recintare Vedano come un antico castello medievale servirebbe, perché anche così non saremmo al sicuro. Per prima cosa andrebbero incentivati il senso civico e lo spirito di collaborazione dei cittadini, rafforzate la coesione e l'appartenenza alla comunità, favorendo l'integrazione e il dialogo, e non alimentando divisioni e ulteriori paure, come quella del diverso.
I cittadini devono poi riappropriarsi del territorio: non ci stiamo riferendo alle ronde (che possono anche arrivare a degenerazioni), che oltretutto a Vedano sono state un misero fallimento, ma piuttosto ad altri modelli come il Controllo di Vicinato, che hanno dato buoni risultati anche in termini di socialità e comunità attiva e che purtroppo nel nostro comune è partito in netto ritardo. O anche solo creare eventi che favoriscano forme di aggregazione, presidiando così indirettamente vie e piazze del paese. A tutto questo non deve poi mancare il coordinamento e la piena sinergia con le forze dell'Ordine (che purtroppo già da diversi anni stanno operando con mezzi e risorse limitate a causa dei continui tagli).
Certo, con quanto abbiamo affermato non ci illudiamo né abbiamo la presunzione di fare sparire la criminalità come con la bacchetta magica: ma pensiamo di avere la consapevolezza della reale complessità del problema e che limitarsi a fare la faccia cattiva e urlare al vento concetti come "tolleranza zero/repressione", come si è visto, ad oggi non ha portato alcun risultato.