Berlusconi non è più senatore, definitivamente fuori dal Parlamento e incandidabile per almeno i prossimi 6 anni. Ma non c'è niente da esultare. Innanzitutto perché questo non significa che è fuori dai giochi: nonostante il suo declino fosse ormai da tempo annunciato e inevitabile (anche senza le vicende giudiziarie) l'ex-Cavaliere (e ora anche ex-senatore) continuerà la battaglia per i propri interessi personali, riuscendo comunque a influenzare negativamente l'opinione pubblica, perché il berlusconismo è così penetrato nel tessuto sociale italiano (come dimostrano le manifestazioni di piazza oggi a Roma) che ci vorranno anni perché i danni causati vengano risistemati; poi, questa vicenda ha dato dimostrazione che non siamo un Paese normale, dove un condannato per frode fiscale (uno dei reati più infami) si permette di attaccare e offendere le istituzioni, trovando consensi e credibilità, per quanto minimi. Insomma, è stata una decaduta di stile per Berlusconi e i suoi accoliti, ma anche per tutto il nostro sistema, andato completamente alla deriva in questo ultimo ventennio. Sarebbe ora però di uscire dal fango dove siamo rimasti impatanati per tutti questi anni, riprendere il timone del nostro destino e veleggiare verso il domani, lasciandoci alle spalle per sempre questo periodo oscuro. E ribadiamo che ciò che si è compiuto oggi non è un atto politico, ma giuridico e civico. E siamo perciò fieri di avere fatto il proprio dovere. Ma lo saremo ancora di più attraverso la partecipazione alle Primarie, che potrà davvero dare l'avvio a quel rinnovamento di cui l'Italia ha urgente necessità. E tutto il resto, speriamo siano solo degli amari ricordi, che presto verranno cancellati per sempre.