Oggi la Lega organizza a Milano il "No-euro day": un evento per criticare fortemente la moneta europea e spingere i cittadini ad uscirne. Al di là della sparata demagogica che la Lega ha scelto per mettersi sulla scia dei movimenti populisti e antieuropei (da Roma a Bruxelles ladrona) e del fatto che può strappare un sorriso che si metta a discernere di finanza ed economia chi ha fondato una banca e l'ha fatta fallire nel giro di 4 anni (mangiando i risparmi di tanti piccoli creditori), la gestione dell'euro come moneta unica appare effettivamente un'operazione incompiuta, e presenta difatti alcune incongruenze (anche paradossali), a iniziare dalla convivenza di nazioni con tassi di interesse e inflazioni differenti, che creano squilibri su costo del denaro e del servizio del debito pubblico, con ricadute conseguenti sulla competitività del sistema industriale e con l’aumento della disoccupazione: come in effetti sta accadendo in Paesi come Italia, Spagna, Grecia e Portogallo. La soluzione ottimale sarebbe l'integrazione politica tra tutti gli aderenti all'Eurozona, ma siccome i tempi per questo obiettivo paiono lontani, occorrono formule per riallineare i debiti pubblici dei diversi Stati, evitando così attacchi speculativi e garantendo la tenuta della moneta. Intanto stanno prendendo piede le monete digitali, sia a livello globale che locale (come avevamo illustrato qui). Un sistema che in alcuni casi lascia parecchie perplessità sul funzionamento e sulla difficile tracciabilità, ma che, se regolamentato, potrebbe soppiantare le valute "reali" e diventare la moneta del futuro.