La nota di Napolitano, in risposta alle stravaganti richieste di "difesa della democrazia" (leggasi: immunità per il padrone) da parte del Pdl, è un vero modello di fine diplomazia politica: da una parte dice che le sentenze definitive vanno applicate (e ci mancherebbe), ribadendo il ruolo, le funzioni e l'indipendenza della magistratura (che tra l'altro è stata insultata dal Pdl e non "legittimamente criticata", come scritto nella nota); dall'altra invece viene riconosciuto il ruolo politico dell'ex-Cavaliere (e quasi ex-senatore) Berlusconi, lasciandogli inoltre aperta l'eventualità della grazia. Un numero di equilibrismo degno del miglior acrobata da circo, eseguito in nome e per la sopravvivenza (quasi blindatura) delle larghe intese, e che adesso ogni parte politica interpreterà a proprio interesse.
Sarà forse per il peso degli anni o delle responsabilità (e Napolitano per le larghe intese ne ha eccome), ma la schiena del presidente purtroppo mi sembra meno dritta di qualche anno fa, in cui avrebbe di sicuro diramato un testo più o meno così. E anche sulla richieste di grazia sarebbe stato più esplicito.