I tragici fatti di Rosarno hanno una volta di più fatto emergere il fenomeno dello sfruttamento della manovalanza.
Caporalato, si chiama questo fenomeno, attivo da decenni nell'Italia del Sud ed acuitosi con i recenti movimenti migratori. Una pratica che fa spesso capo ad organizzazioni criminali come la Mafia, la Camorra, la Sacra Corona Unita o la 'Ndragheta.
Anni fa erano i braccianti italiani ad essere sfruttati: qualche decina di migliaia di lire per un'intera giornata lavorativa, senza contributi e senza tutele.
Oggi con la manodopera straniera per i "caporali" è proprio una manna: l'America l'hanno trovata loro, non gli immigrati che arrivano da noi in cerca di una vita migliore. E la questione non riguarda solo gli stranieri: se non ci fosse questo sfruttamento ed il lavoro si svolgesse secondo le regole, con la giusta paga, i disoccupati italiani del Sud farebbero la fila per avere quel posto nei campi. D'altra parte chi lavorerebbe per 15 euro al giorno, dalle 10 alle 14 ore nei campi? Giusto chi, nei propri paesi d'origine, ha una paga ancora inferiore!
E così la malavita scatena guerre fra poveri, come quella di Rosarno, e continua a guadagnarci, nell'omertà di buona parte della popolazione locale, che oggi manifesta per essere stata tacciata di razzismo ma non dice niente contro chi sfruttava quella gente, e la piena indifferenza dello Stato, che trasferendo gli immigrati da quella zona elimina la conseguenza e non certo la causa.
Tra un po' di mesi a Rosarno, tornerà tutto come prima: degli immigrati, tra l'altro, già si sente la mancanza... Con la differenza che questi ultimi avranno paura a farsi vedere in giro, e se ne staranno più rintanati: e questo era l'obiettivo della 'ndragheta.
E quando dovessero ancora alzare la testa, si ricomincerà: provocazioni da una parte e violenza inaccettabile dall'altra (che coinvolge magari chi non ha colpe), come sottolineato anche dal Cardinal Bertone.