Silvio Berlusconi annuncia che il suo governo si metterà al lavoro per una riforma fiscale. E il ministro Tremonti conferma questa intenzione. Al di là che sia o meno il solito spot senza poi seguito (come il taglio dell'Irap, di cui non si sa più nulla), una riforma basata solo sulla riduzione delle aliquote fiscali al numero di 2 ci pare alquanto insufficiente, e soprattutto dà poche garanzie dal punto di vista dell'equità.
Si tenga poi conto che fino ad ora l'unico provvedimento preso finora dal governo in campo tributario è stato lo scudo fiscale, che di fatto ha gratificato i forti (evasori e riciclatori) e complicato la vita ai deboli (i lavoratori frontalieri).
Il Paese invece avrebbe bisogno di interventi più concreti ed equilibrati, come quelli proposti dal Partito Democratico: detrazioni Irpef per lavoro e famiglie, superamento degli studi di settore, lotta all'evasione, aliquote sulla rendita finanziaria.
Come ha ribadito giustamente, Pierluigi Bersani, se si vogliono fare le cose seriamente "noi le nostre proposte le abbiamo".