O comunque pagare di tasca propria per portarla avanti. I dipendenti del Tribunale di Udine infatti sono costretti ad autotassarsi per l'acquisto di computer, software, fax, carta, cancelleria. Tutto materiale che manca al Tribunale, dato che non provvedono le istituzioni. E fai così o si blocca il lavoro! (cliccate sull'immagine per ingrandirla e leggere l'articolo -su segnalazione di "nonleggerlo"-). E non è così solo ad Udine, ma anche in altre parti d'Italia, dove si lavora addirittura in condizioni peggiori.
Una situazione che stride con le intenzioni del governo di istituire la norma del "processo breve", che non è altro che un cavillo per salvare il premier dagli attuali 2 processi in cui è imputato (cosiddetti Mills e Diritti Mediaset).
Se infatti si volesse veramente attuare una riforma SERIA della Giustizia a favore di tutti i cittadini, prima di porre delle regole per accorciare i tempi dei processi (cosa giusta), si dovrebbe prima pensare a rivedere l'organizzazione dei tribunali (abbiamo le circoscrizioni giudiziarie che sono strutturate ancora come nei primi del '900) e mettere uomini, mezzi e risorse a disposizione degli uffici giudiziari.
Altrimenti, si pretenderebbe di far correre chi non ha le gambe nemmeno per camminare. Con il risultato che i tempi non sarebbero rispettati ed i processi non verrebbero portati a termine. Con grave danno di tutti quei cittadini onesti che chiedono giustizia. E tutto questo per il beneficio di UNO.