Nella capitale toscana del tessile e pronto-moda, una situazione di immigrati clandestini sfruttati, case-dormitorio, intolleranza e difficile convivenza tra comunità cinese e italiana, aggravata dalla concorrenza sleale delle aziende cinesi che hanno soppiantato quelle storiche pratesi.
E nonostante gli interventi ed i controlli di Polizia e Guardia di Finanza e le decine e decine di aziende cinesi sigillate perché non in regola, il processo non si riesce ad arrestare: ad oggi i cinesi a Prato sono almeno 30 mila su 180 mila abitanti, con molti di loro nati in Italia. E la loro classe imprenditoriale rischia di mangiarsi la città!
Si tenta allora di integrare la comunità cinese con un'operazione complessa, un mix tra sicurezza e politica industriale. Premere sui cinesi per costringerli a un accordo: obbligare le loro ditte a mettersi in regola e comprare i tessuti dalle aziende di Prato. E in cambio il pronto moda tosco-cinese potrà essere venduto da catene della distribuzione in grandi quantità e a prezzi contenuti.
Non si sa ancora se l'esperimento avrà successo, ma sicuramente è da seguire, visto che Prato è stata fino all'anno scorso monopolio della sinistra ed oggi l'amministrazione è di centrodestra. E la causa di questo è stato proprio il fattore immigrazione gestito male.
Dal blog di Dario Di Vico (corriere.it)