E non solo: anche un po' di Ncd. Sembra questo il risultato finale dell'accordo raggiunto sulla nuova legge elettorale (ITALICUM) proposta da Renzi. C'è da dire che perlomeno qualcosa si sta muovendo, e che comunque l'italicum pare senz'altro migliore del porcellum.
Ciò che stona è il fatto che ci siano ancora le liste bloccate (e non le preferenze), che la soglia prevista per beneficiare del premio di maggioranza sia ancora troppo bassa (adesso è al 37%, ma sarebbe auspicabile almeno un 40) e di conseguenza appare alto il premio di maggioranza (ora equivarrebbe a circa la metà dei voti presi effettivamente), che lo sbarramento per i piccoli partiti al 4,5% è eccessivo (la Lega, ad esempio, rischierebbe di restare fuori, pur avendo una grande rappresentanza territoriale: da qui il "salva-Lega"), che, infine, siano state reintrodotte le candidature multiple, la possibilità cioè di candidare la stessa persona in diversi collegi. Un punto, quest'ultimo, inserito sembra su richiesta di Ncd, mentre le altre distorsioni segnalate prima erano frutto dei desiderata appunto di Berlusconi. E questa è in effetti la critica principale mossa a Renzi: di avere concesso troppo spazio al padrone di Forza Italia pur di raggiungere il traguardo.
Adesso il provvedimento passa al voto dell'Aula: Renzi si dice sicuro e non teme, con il voto segreto, imboscate al suo progetto. Pur con tutti i suoi difetti citati, se questa proposta fosse affondata, provocherebbe un terribile passo indietro. Invece sarebbe plausibile salvaguardarla e piuttosto lavorarci: non è perfetta, ma perfettibile. E comunque è quello che abbiamo ora: piuttosto che niente.