150 euro in meno al mese nella busta paga, fino alla restituzione dei soldi percepiti in più nel 2013: è quanto pretende il ministero dell’Economia dai docenti degli istituti italiani, per recuperare gli scatti stipendiali già percepiti nel 2013. Un fatto assolutamente sconcertante, che fa da contraltare alle affermazioni del premier Letta, che all'inizio del suo mandato aveva promesso di mettere scuola e formazione come priorità del proprio governo, senza operare più tagli. Oltretutto, fa rabbia che si possa mettere le mani nelle tasche dei cittadini sottraendo soldi da stipendi modesti e invece saltano fuori ogni tipo di cavillo quando si devono toccare certi privilegi che vengono definiti "diritti acquisiti".
In questi giorni è circolata la notizia dei dati sull'abbandono scolastico nel nostro Paese, che sono da record: di questo passo saranno anche gli insegnanti ad abbandonare le cattedre.
Update: il governo, di fronte alle proteste, fa dietrofront. La domanda è: ma perché avanzare questi provvedimenti, sapendo che sarebbero fonte di critiche, e poi ritirarli? Così le figuracce sono doppie.