Il Segretario PD non molla, anche se lo vogliono frenare. E allora avanti senza freni, incontrando Berlusconi a dispetto della contrarietà della minoranza PD (quelli che avevano fatto il governo con l'ex-Cavaliere) e degli avvertimenti di Letta, che teme non solo che cada il governo, ma che ci ritorni a guidarlo proprio Berlusconi.
Il fatto è che Renzi non può adagiarsi all'immobilismo che ormai regna nel Paese da quasi un anno: le riforme sono urgenti e bisogna farle, a cominciare proprio dalla nuova legge elettorale. Forza Italia rappresenta circa un quarto del Parlamento: se le riforme devono essere condivise, non si può negare il dialogo. E anche se fuori dal Parlamento, Berlusconi (quantunque pregiudicato) rimane sempre il padrone del partito. L'importante è non sottomettersi e a cadere nelle sue trappole, conoscendo la scarsa affidabilità del personaggio già testata in passato (e proprio da quelli che oggi dicono di non incontrarlo).
Ecco dunque perché Renzi continua a essere duro con il governo: da un lato per sganciarsi dall'esecutivo e da un altro per cercare di stimolarlo. Perché se tutto rimane bloccato, il rischio è che rimanga invischiato anche lui nella palude di queste larghe intese, ferme perché vi sono forze contrapposte che mediano su ogni proposta, al punto di azzerarle. L'intervento di Renzi invece può rompere gli equilibri e dare il via all'azione: prima o poi Letta e Alfano, continuamente pressati, su alcune questioni cruciali dovranno dare delle risposte, e a quel punto o le larghe intese vanno, oppure si spaccano.