La sceneggiata padana è finita: come già si sapeva (nonostante le recite di Maroni e Salvini), la Lega correrà sotto Berlusconi. Maroni cede così alle minacce del signore di Arcore: alla faccia del passato glorioso, spesso rivendicato, dell'Alberto da Giussano raffigurato nel simbolo del partito, che invece si era opposto fieramente all'imperatore Barbarossa. E il fatto di sospendere la designazione a premier di Silvio Berlusconi fino a dopo le elezioni, è solo l'ennesima misera furbata per ingannare i propri elettori: si sa benissimo chi comanda nel Pdl (e anche nella Lega) e quindi vuole fare il premier! Il problema è che questo accordo sarà utile SOLO a Berlusconi, che ha bisogno dei voti della Lega in Lombardia per sperare di contare qualcosa in Senato a Roma (quindi, il Nord verrà ancora dopo...). La Lega invece ha tutto da perdere: voti, identità e sopravvivenza.
Non per niente, è FORTE chi è LIBERO.