sabato 19 gennaio 2013

Liste pulite

E' quanto pretendono i cittadini, quelli che ancora hanno voglia di votare. Altri si sono allontanati dalla politica anche per la presenza di candidati impresentabili, spesso già con condanne giudiziarie alle spalle.
Don Luigi Ciotti, fondatore di "Libera", ha lanciato una mobilitazione in tal senso, chiedendo ai partiti un'opera di "trasparenza, integrità e responsabilità" nelle candidature al prossimo Parlamento. Un appello che, purtroppo, è rimasto in buona parte inascoltato.
Ovviamente è il Pdl a presentare il maggior numero di "incandidabili", al punto da fare scappare dalle proprie liste non solo gli elettori, ma anche persone di indubbia qualità e moralità, come Don Luigi Merola, il prete anti-camorra, chiamato a candidarsi nelle liste Pdl in Campania, che vedono presenti personaggi come Cosentino, Verdini, Cesaro e Milanese. E c'è da dire che lo stesso Berlusconi, avendo dei procedimenti in corso e anche una condanna per falsa testimonianza (poi amnistiata), dovrebbe essere il primo a non essere candidabile.
Anche gli altri partiti non sono sfuggiti alla "macchia" degli incandidabili, tra cui il PD, che comunque ha cercato in questi giorni, tramite il Comitato dei Garanti, di filtrare le candidature ed "epurare" le liste, anche con esclusioni "eccellenti".
Se comunque la politica vuole riacquistare credibilità e fiducia da parte dei cittadini, deve partire proprio da una selezione dei candidati molto severa: chi ci rappresenta non dovrà presentare alcuna macchia né dare sorta a qualsiasi dubbio. E sarebbe il caso che invece di indignarsi se si candidano i giudici, lo si facesse quando lo fanno piuttosto inquisiti e condannati.