Con il nuovo anno entra in vigore il nuovo redditometro studiato dall'Agenzia delle Entrate. Uno strumento che dovrebbe servire da deterrente contro gli evasori, ma che invece potrebbe finire per trasformarsi in una ulteriore penalizzazione verso i contribuenti onesti.
Infatti sono diversi i paradossi presenti:
- innanzitutto il fatto che i parametri delle spese sostenute siano raffrontati con le medie rilevate dall'Istat (per cui dovremo controllare mensilmente se il nostro livello di spesa per ogni singola voce è adeguato a quello indicato in tabella per il nostro tipo di famiglia e stile di vita. E se poi si va a guardare le ultime rilevazioni Istat, non sembrano molto ottimistiche le previsioni sul futuro economico degli italiani...)
- poi, che i controlli saranno retroattivi, a partire dai redditi del 2009 (per cui potremmo essere costretti a ricordare quanto abbiamo speso nel 2009 dal parrucchiere o in un istituto di bellezza... E comunque, come si faceva a immaginare 4 anni fa che una spesa di allora poteva essere utilizzato oggi da deterrente fiscale?)
- c'è inoltre l'inversione dell'onere della prova, ovvero che d'ora in avanti non sta al Fisco dimostrare che un cittadino ha evaso, ma al contribuente provare che il reddito attribuito è errato
- potrebbero anche esserci effetti negativi sui consumi, visto che le spese effettuate diventano un parametro per stabilire se hai o no un reddito coerente o superiore. Per cui potrebbe esserci una spinta a ridurle
- infine, cosa più importante, la sensazione è che gli evasori, quelli totali e invisibili, da tutti questi controlli possano nemmeno essere toccati.
Anche se il direttore dell'Agenzia delle Entrate Attilio Befera minimizza e difende il nuovo strumento per la lotta all'evasione, il timore è che tutto questo potrebbe generare un fattore inverso: ovvero che gli onesti si stanchino di essere sempre messi sulla graticola e che da parte della popolazione ci sia quindi ancora maggiore insofferenza verso il pagare le tasse.
Forse, oltre a controlli con banche dati e procedure informatiche, occorrerebbero sistemi più pratici di controllo (ad esempio censire TUTTI gli immobili e risalire così ai proprietari, oppure consentire a tutti la detrazione di ricevute e scontrini)) ma anche buon senso e maggiore equilibrio. Insomma, un fisco giusto, severo con chi sbaglia, ma anche più umano (e quindi più logico).