Luca Cordero di Montezemolo annuncia di fatto l'intenzione di scendere in politica. E lo fa presentando una sua proposta di manovra, accompagnata da uno slogan dal suono molto elettorale: "Rimettiamo in moto il Paese".
Era da circa un paio d'anni che comunque se ne parlava, così come della possibile coalizione (il Terzo Polo) che appoggerebbe il presidente della Ferrari.
Certo, sarebbe preferibile che la Fiat si occupasse della propria mission, ma dopo 20 anni in cui siamo già passati con un imprenditore al governo (e i cui risultati ci hanno messo sul lastrico) il rischio di riprovare un'analoga esperienza è davvero forte. Analogie tra l'altro ci sono tra l'entrata di Berlusconi e l'eventuale di Montezemolo: quelle relative ai debiti. Infatti, c'è chi afferma che a spingere Berlusconi "nella sua discesa in campo" non furono tanto i guai giudiziari, ma quelli finanziari, visto che le sue aziende in quel periodo presentavano un passivo pesantissimo ed erano a rischio chiusura. E la situazione attuale del gruppo Fiat (anche dopo le giornate nere della Borsa) non sono affatto migliori. Insomma: attenzione a ricascarci. E se dovesse accadere, più che mancanza di buon senso degli italiani sarebbe una sconfitta della politica e dei partiti italiani, in particolare quelli del centrosinistra. Ma anche Fini e Casini non farebbero una buona figura, anche perché potrebbero passare dalla padella alla brace. Come l'Italia, d'altro canto.
Proprio per questo il PD dovrebbe ancora di più rendere più credibile il proprio programma, studiando proposte che abbiano come obiettivo il futuro. E soprattutto, uscire dagli equivoci una volta per tutte, anche quelli relativi a Montezemolo: mesi fa si auspicava la sua entrata in politica, ora invece la si critica e guarda con sospetto. Sarà perché finalmente si è capito che il partito Fiat non vuole avere a che fare con i democratici?