martedì 23 agosto 2011

Niente scuse per lo scudo

Tassare di nuovo i capitali scudati si può: ce lo spiega Maria Cecilia Guerra, direttore del dipartimento di Economia politica dell’Università di Modena e Reggio Emilia, economista di Lavoce.info. Non ci sarebbe nessuna “rottura” del patto tra Stato e cittadini, che tanti paventano: con la nuova imposta è possibile rispettare l’anonimato garantito a chi ha aderito allo scudo fiscale e non si tratterebbe neppure di una tassazione retroattiva (il provvedimento varato da Tremonti garantiva infatti lo “scudo” non verso future imposte, ma verso ulteriori accertamenti fiscali). E oltretutto “l’adesione allo scudo può essere considerata semplicemente un indicatore di buone disponibilità patrimoniali, sulla base del quale si chiede al contribuente un ulteriore versamento. La manovra contiene già il contributo di solidarietà sui redditi Irpef e l’addizionale Ires per le imprese energetiche, queste sì retroattive visto che vanno a toccare anche i redditi prodotti quest’anno, prima della manovra di agosto. Perché allora lo Stato dovrebbe farsi degli scrupoli in più per patrimoni frutto di evasione o peggio?”.
Dalla tassazione del 18% sugli oltre 100 miliardi rientrati si recupererebbe quasi l'intero importo della prima parte della manovra.
Su questa stessa linea è anche il PD: “Un’imposta patrimoniale una tantum del 15% sulle basi imponibili regolarizzate attraverso il condono-scudo fiscale del 2009, senza violare l'anonimato”, ha spiegato Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro dei democratici. E d'altra parte l'alternativa è "far pagare chi paga sempre o tagliare le mense scolastiche, gli asili nido, l’assistenza agli anziani, il trasporto pubblico locale”.