martedì 9 agosto 2011

Il pareggio sulla carta

Quella costituzionale, ma soprattutto teorica. Molto teorica, anzi quasi astratta. Pare infatti che mettere il pareggio di bilancio come norma costituzionale sia praticamente inutile:
- primo, perché in Costituzione esiste già una norma che garantisce questo vincolo, precisamente l'art. 81, con la dicitura "Ogni altra legge che importi nuove o maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte".
- 2 esperti del calibro di Gaetano Azzariti e Francesco Giavazzi inoltre pongono dei seri dubbi sull'introduzione di un ulteriore provvedimento, perché potrebbe irrigidire il sistema e nello stesso tempo dovrebbe tenere conto di vincoli e componenti legate anche alla ciclicità del periodo
- i tempi tecnici per l'approvazione, poi, sarebbero molto lunghi, mentre in questo momento occorrono risultati a breve termine
- infine, come sottolinea Tito Boeri, oltre a creare incongruenze con i decreti attuativi del cosiddetto federalismo fiscale, l’obbligo del bilancio in pareggio nella Costituzione rischia di non darci alcun beneficio in termini di credibilità, visto che "oggi la credibilità si guadagna solo sul campo, con misure concrete e dagli effetti immediati, dimostrando di essere in grado di portarci al pareggio di bilancio, soprattutto con provvedimenti di contenimento della spesa pubblica".
Insomma: fatti e non l'ennesimo inutile annuncio EPOCALE da sbandierare mediaticamente, ma che alla fine non porta proprio a nulla.
(nell'immagine: l'andamento del debito pubblico italiano nella storia della Repubblica)