La manovra del governo comprende anche il provvedimento dell'abolizione e accorpamento di Comuni (sotto i 1.000 abitanti) e Province (sotto i 300.000 abitanti). Al riguardo la posizione del PD (che tra l'altro ha già portato avanti una proposta di legge sulle Province) presenta al suo interno pareri che convergono tutti su un punto: tagli fatti con logica nell'ottica di un'ottimizzazione della gestione dei servizi e non in maniera indiscriminata.
Pierluigi Bersani è contrario all'abolizione totale delle Province, e vede piuttosto un loro dimezzamento, oppure una riconversione a enti di secondo grado (vedi intervista video).
Giuseppe Adamoli è favorevole anche lui alla riduzione delle Province, tenendo in considerazione però anche variabili come storia, cultura, valore simbolico oltre a quelle del numero di abitanti e dell'estensione geografica stabilite dal governo come criteri di selezione. Riguardo i piccoli Comuni, invece Adamoli vede dei vantaggi nella gestione comune dei sevizi sociali.
Pippo Civati auspica invece un superamento delle Province con enti di coordinamento tra i Comuni, riducendo contemporaneamente il numero degli stessi.
Di certo occorre una razionalizzazione delle risorse, e se bisogna tagliare, lo si faccia partendo da strutture che sono dei veri e propri sprechi: come i ministeri della Lega a Monza o i "Pirellini" istituiti da Formigoni e sparsi nei capoluoghi di provincia.