Altro che discontinuità: nel discorso di ieri di Berlusconi alle Camere solo il vuoto delle solite baggianate ("il paese è economicamente è finanziariamente solido"), nessuna idea di riforma. E le solite balle, tante da contraddirsi (come spesso gli capita) da solo: quante volte infatti ha detto di aver risolto il conflitto di interessi e di non seguire le sue aziende? Eppure ieri invece ha detto chiaro alla Camera che "state ascoltando un imprenditore che ha tre aziende in borsa".
Anche Alfano è stata una triste conferma: con il suo intervento ha dimostrato di essere, più che il segretario del partito, quello del suo padrone.
Pierluigi Bersani invece ha finalmente capito da che parte tira il vento e che bisogna lasciarsi trasportare dalla ventata di cambiamento che il Paese chiede: elezioni subito, altro che governo tecnico-istituzionale di larghe intese.
Anche perché Casini (il possibile alleato) ha dimostrato ancora una volta il suo opportunismo, barcamenandosi e dicendo tutto e nulla. E alla fine non si è capito da che parte intende stare.
La Lega, con l'intervento zeppo di luoghi comuni del genero dell'europarlamentare Speroni, una volta di più dimostra di non avere le idee per governare: parlare è facile, fare poi è tutt'altra cosa. E anche a livello locale i cittadini se ne sono accorti.
Il governo dice di volere andare avanti: fino a quando? A volte viene il dubbio che la legge sul biotestamento sia stata fatta proprio per tenere in vita questo esecutivo ormai in stato vegetativo.
Aspettiamo adesso le reazioni dei mercati, considerando comunque che non possono essere escluse operazioni speculative (e d'altra parte è stato lo stesso Alfano a dire che la democrazia non può essere decisa dai mercati).
Borsa o non borsa, comunque il momento comunque è grave sul piano economico REALE, ed occorre un cambio di passo, che non si vede, visto che si continua ad andare all'indietro.