L'avvio della manovra ha visto nascere il partito di color che chiedono alla Chiesa di pagare le tasse.
Un partito oltretutto trasversale, visto che, a dispetto delle insulse affermazioni di Alfano (il segretario di Berlusconi), raccoglie voci e critiche anche di testate moderate e opinionisti dell'area di centrodestra.
In realtà la Chiesa non è un evasore, ma gode di importanti agevolazioni. E in un momento in cui tutti devono fare la propria parte, si chiede uno sforzo anche al Vaticano.
Bisogna però fare alcune precisazioni: la legge che consente alla Chiesa l'esenzione Ici, è estesa anche a "Enti destinati esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative o sportive, nonché delle attività di religione o di culto". E quindi comprende anche associazioni laiche (come i sindacati) oppure legate ad altre religioni.
Il dubbio rimane per la specifica su "ente non commerciale" e "utilizzo esclusivo di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive": qui occorre fare controlli per verificare la corretta interpretazione, ma non solo per gli immobili della Chiesa.
Critiche vengono mosse anche per l'esenzione Irpef per impiegati e salariati della Santa Sede, e per i vantaggi di cui godrebbe la Chiesa nei meccanismi di versamento dell'8 per mille.
Voci autorevoli come "Famiglia Cristiana" respingono queste accuse, replicando piuttosto che la Chiesa, con i suoi centri assistenziali e i suoi sacerdoti, danno un notevole contributo nel campo sociale, soprattutto in un periodo di crisi come questo, come anche Bersani ha voluto sottolineare.
E mentre c'è chi ipotizza che dall'abolizione delle esenzioni alla Chiesa potremmo ricavare circa 4 miliardi di euro, "Avvenire" invita piuttosto alla lotta contro l'evasione fiscale.