Che ne sarà delle migliaia di profughi (o clandestini) partiti dalle coste nordafricane e sbarcati sulle nostre coste? L'emergenza ormai va da Lampedusa (dove gli stranieri approdano) a Ventimiglia (dove cercano di attraversare la frontiera con la Francia, venendo invece respinti dai gendarmi). Il piano del governo di approntare delle tendopoli in varie regioni d'Italia è stato respinto dagli amministratori locali: una proposta che secondo loro porterebbe a situazioni non gestibili (come il caso di Manduria dimostra). Anche sul nostro territorio è stata respinta l'ipotesi di accogliere parte di quei disperati. Per motivi però, è bene chiarirlo, legati alla sicurezza, che non a infimi gesti di egoismo.
Di certo, una soluzione si dovrà trovare, e di questo deve farsi carico TUTTA l'Unione Europea: innanzitutto perché non è giusto che solo l'Italia debba accollarsi tutto il peso, e poi perché l'impressione è che i nostri governanti non abbiano la minima idea di come affrontare il problema, ma semmai vogliano solo esasperarlo.
Dal presidente della Commissione Europea Barroso sono arrivate rassicurazioni, ma intanto la Francia sta portando avanti una condotta non certo collaborativa e corretta, nonostante la diplomazia di facciata.
Berlusconi nei prossimi giorni si recherà in Tunisia per richiedere la collaborazione di quel governo (in realtà avrebbe dovuto farlo almeno un mese fa): occorrerà non ripetere gli errori del passato, ed impostare con quei Paesi accordi ed impegni costruttivi: non limitarsi a dargli un ruolo di guardiani, ma offrire progetti in grado di creare opportunità di occupazione e sviluppo, in un ambito democratico. Una strada che dovranno imboccare tutti i Paesi della UE che hanno interessi in quella zona d'Africa.
Intanto affrontiamo nel migliore dei modi l'emergenza venutasi a creare per l'incapacità di chi ci governa. E facciamolo, in modo responsabile, con l'impegno di tutti, come hanno scritto nella loro lettera i consiglieri Provinciali del PD, in risposta alla squallida uscita dell'ing. Dario Galli.
Perché come gli stranieri fuggono dai centri di detenzione, l'impressione è che ci sia anche chi sta cercando di fuggire dalle proprie responsabilità.