L'Agenzia delle Entrate ha messo a punto Dbgeo (DataBaseGeomarket), una nuova banca dati basata su 50 indicatori statistici di tipo economico, sociale, finanziario, demografico. Questi dati sono incrociati tra di loro per ognuna delle 107 province italiane, su 8 dimensioni: bacino di contribuenti, attitudine a pagare le tasse, condizione sociale, struttura produttiva, tenore di vita, dotazioni tecnologiche, caratteristiche orografiche del territorio. In questo modo è possibile rilevare la propensione ad evadere zona per zona. I dati espressi finora da quest'indagine segnalano che si va da un tasso di evasione minima, pari in media al 10,93%, per il gruppo che comprende le province dei grandi centri produttivi - Milano, Torino, Genova, Roma, Lecco, Cremona, Brescia - a uno massimo del 65,67% nel gruppo che contiene le province «difficili» di Caserta e Salerno in Campania, di Cosenza e Reggio in Calabria e di Messina in Sicilia.
I valori assoluti dell'evasione si concentrano però nelle zone più ricche del Paese. E quindi anche se qui il tasso di infedeltà fiscale è basso, le somme che non vengono versate nelle casse dell'erario sono molto elevate, mentre nelle zone povere, anche se l'evasione è alta, si può recuperare meno: in pratica, al Sud il tasso di evasione è più alto, ma il gettito sottratto è superiore al Nord.
Qui la mappa da consultare.