Profondo e toccante il dialogo intercorso tra Benedetto XVI e la signora Maria Teresa, di Busto Arsizio, madre di Francesco Grillo, 40 anni, malato di sclerosi multipla dal ’93 e da 2 anni in stato vegetativo (nella foto).
La madre di Francesco aveva rivolto al Pontefice una domanda: «Santità, dov’è l’anima di mio figlio in coma?». Il Papa ha risposto a lei oggi in TV: «L'anima è ancora presente nel corpo. La situazione, forse, è come quella di una chitarra le cui corde sono spezzate, così non si possono suonare. Così anche lo strumento del corpo è fragile, è vulnerabile, e l'anima non può suonare, per così dire, ma rimane presente».
Certamente situazioni di questo genere sono molto delicate e toccano la sensibilità di chi ne è coinvolto: si assiste così alla contrapposizione dolore-speranza, pietà-fede. Ed ognuno può reagire secondo quelli che sono i suoi principi o il grado di sopportazione. C'è quindi chi si aggrappa fino all'ultimo alla vita o chi invece decide di arrendersi di fronte al verdetto inappellabile della scienza medica, evitando un duro calvario per sé e per i familiari.
Proprio per questo motivo il testamento biologico dovrebbe essere una scelta discrezionale e personale di ognuno di noi, senza che sia lo Stato a decidere sul fine vita di un cittadino. E soprattutto, di sicuro è assolutamente ignobile fare un uso strumentale di una materia tanto delicata come sta facendo la destra.