La mossa di Berlusconi per "dare la scossa" all'economia? Modificare l'art. 41 della Costituzione. Una enorme e patetica messinscena, che non offre nulla di concreto.
La migliore risposta del Partito Democratico è quella di proporre 41 norme con effetto immediato per favorire le liberalizzazioni, mettendole subito in rete, per discuterle con gli italiani: non per modificare l'art.41 ma per aiutare i consumatori e le imprese, abbassare i prezzi, sbloccare gli investimenti, creare lavoro. Proposte che si occupano di farmaci, carburanti, energia, banche, poste, assicurazioni, professioni e commercio. Dei problemi VERI degli italiani.
Già in passato il centrosinistra (proprio con Bersani ministro) mise in atto dei provvedimenti a favore delle liberalizzazioni: uno di questi, e che più ha avuto effetti positivi con un risparmio per gli italiani di circa due miliardi, è stata la norma che abolì la tassa sulle ricariche telefoniche. Un'iniziativa che venne dal basso, una petizione promossa da un ragazzo che presentò all’Unione Europea una denuncia. Senza bisogno di "riformare la Costituzione". Oppure, pensiamo alla possibilità di acquistare i farmaci da banco presso la grande distribuzione e le parafarmacie: un'altra innovazione introdotta da Bersani nel 2007, che ha garantito notevoli risparmi ai consumatori.
Norme su cui questo governo non ha mai creduto, ma che anzi punta a cancellare, contro gli interessi dei cittadini ed a favore di quelli della casta.
Ed ora Berlusconi vuole farci credere che per portare avanti le liberalizzazioni bisogna modificare l'art. 41! In realtà è solo un altro modo per favorire ancor di più l'illegalità e rendere più difficoltosi i controlli per verificare irregolarità nelle aziende: in particolare reati finanziari e contro l'ambiente, oppure infiltrazioni mafiose. E in vista degli appalti per l'Expo, per le cosche e la casta potrebbe essere una manna.
Non c'è niente da fare: per il bene dell'Italia dobbiamo liberalizzarci da Berlusconi.