lunedì 14 febbraio 2011

Europart-time

In Europa, oggi, un lavoratore su 5 ha un contratto a tempo parziale. In alcuni paesi la percentuale è anche maggiore: l'Olanda è il Paese in cui il part-time è più diffuso, con il 48,3%. InItalia invece c'è la più elevata percentuale di imprese con meno del 20% di lavoratori part-time.
Questo fenomeno coinvolge soprattutto la componente femminile ma inizia ad interessare anche figure manageriali e di responsabilità. A dirlo è l'indagine di Eurofound, fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, che ha indagato le realtà imprenditoriali di 30 paesi europei.
I vantaggi per la diffusione del part-time sono diversi: un impatto positivo sul tasso di occupazione; una partecipazione maggiore delle donne alla popolazione attiva; la possibilità da parte delle aziende di modulare l'utilizzo delle loro risorse alle condizioni del mercato; una soluzione per chi lavora di equilibrare al meglio gli impegni della vita professionale con le esigenze private e familiari.
D'altro canto, esistono anche degli svantaggi: la minore retribuzione; le minori opportunità di carriera e formazione.
Il part-time si sta comunque sempre più diffondendo in Europa, e sono sempre più coloro che sceglierebbero questa formula lavorativa. E comunque, l'indirizzo che sembra prevalere per il futuro, è in ogni caso quello di concedere ai lavoratori più spazio per il loro tempo libero. Esattamente l'opposto di quanto sta pianificando la Fiat di Marchionne in Italia.