Dopo Ben Alì in Tunisia, è stata la volta di Mubarak, che ha abbandonato il potere che deteneva in Egitto da circa 30 anni. Una vera e propria rivoluzione, partita dal basso, dalla generazione del web, si sta abbattendo sui Paesi del Mediterraneo, e di certo i cambiamenti saranno notevoli: dal punto di vista politico, economico e sociale. E questo sconvolgimento influirà di certo sull'Italia. Il nostro Paese, data la posizione strategica ed i rapporti stretti con Tunisia ed Egitto (siamo il primo partner economico europeo dell'Egitto!), avrebbe dovuto avere un ruolo da protagonista su quanto stava avvenendo, anche per trarne delle opportunità. Invece c'è stata una totale assenza e l'assoluto immobilismo. Il governo è rimasto chiuso se se stesso, ad occuparsi dei suoi meschini interessi personali, con il tempestivo ministro delle vacanze all'estero Frattini troppo impegnato con la corrispondenza da Santa Lucia, mentre Silvio Berlusconi si è interessato di Mubarak solo nella squallida vicenda di Ruby. Chissà, forse ha ragione il comico Maurizio Crozza: può darsi che Berlusconi abbia provato ad intercedere per Mubarak con una telefonata, come fece per "sua nipote" Ruby.
Speriamo allora che il vento della democrazia e della modernità che soffia ora sul Mediterraneo arrivi anche qui in Italia, e che le sue folate spazzino il marciume stantio che dimora da quasi 20 anni nei palazzi del potere.
E se non dovesse avvenire, impegniamoci noi per portare aria fresca e pulita.