In Iran si è assistito alla prima rivoluzione fatta da internet. Per impedire di mostrare la situazione all'estero e bloccare la protesta, il governo iraniano ha infatti bloccato i media tradizionali già dal giorno delle elezioni.
Ma i sostenitori di Moussavi si sono organizzati ed hanno aggirato il blocco: blog, Twitter e YouTube sono stati utilizzati per informare la popolazione ed i paesi stranieri, e ciò ha impedito al regime di mettere tutto a tacere.
Internet si è dimostrata una volta di più non solo il media del futuro, ma uno strumento libero, alla portata di tutti ed ampiamente democratico.
Forse sarà per questo che il nostro governo la osteggia e studia leggi per metterla sotto controllo.
Qui il blog dove firmare contro il ddl anti-intercettazioni che può mettere il bavaglio alla Rete.